
In Italia c’è stato un grande fraintendimento quando nel novembre del 2018 l’arte della costruzione in pietra a secco venne iscritta nella lista dei beni immateriali tutelati dall’UNESCO. L’errata traduzione diffusa dai mass media, l’arte dei muretti a secco, ha fatto una gran confusione mettendo in primo piano questi specifici manufatti (escludendo per altro capanne, ponti, edifici) e non gli esecutori; sette paesi affacciati sul Mediterraneo hanno aderito alla candidatura UNESCO per accendere i riflettori su un sapere manuale, la tecnica di costruzione in pietra a secco, assolutamente da non perdere.
Perché in Italia i muri a secco vengono chiamati muretti a secco? Un diminutivo affettuoso dedicato ad un’arte minore legata ad un passato agropastorale che velocemente doveva lasciare il passo alla muratura in calcestruzzo armato. Eppure i paesaggi terrazzati sono caratterizzati da muri la cui altezza media oscilla tra i 2 e i 3 metri, e che sembrerebbe ridicolo chiamare muretti a secco.
Nell’opinione comune un muro più alto di 2 o 3 metri non si potrebbe costruire in pietra a secco nonostante vi siano muri di 200-300 anni alti più di 3 metri ancora perfettamente integri. Questa dissonanza cognitiva produce un ulteriore fraintendimento per cui i muri in pietra e cemento vengono chiamati muri a secco e non vengono distinti dai muretti a secco nei loro differenti comportamenti strutturali. A volte mi si chiede se nel muro a secco prevedo di costruire dei drenaggi: rispondo che il muro è tutto drenante perché ogni interstizio fa passare lentamente l’acqua e mi rendo conto di quanto poco se ne sappia oggi.
Bisogna ammettere che in Italia vi è stata una grande perdita di conoscenza e un impoverimento della tecnica costruttiva soprattutto dei muri di sostegno dei terrazzamenti. La perdita è tale che vi sono artigiani che pur vendendo la loro capacità nel costruire muretti a secco non oserebbero mai costruire un muro a secco alto 3 metri perché in fin dei conti non hanno fiducia nella tecnica costruttiva. Vi lascio solo immaginare la reazione di un progettista alla proposta di costruire un muro a secco alto 3 metri: si metterebbe le mani nei capelli.
Ora piano piano la consapevolezza che la pietra a secco possa essere ancora utilizzata per ricostruire i muri in pietra a secco in Europa sta crescendo. Speriamo di colmare nei prossimi anni il divario che ci separa da Inghilterra, Francia, Svizzera e Spagna.
Nel frattempo cominciamo a chiamarli muri a secco.